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20/12/2014 - La prima Maratona di Sara!

Non so da dove iniziare per raccontare il mio esordio in maratona.

Visto che amo fare le cose con ordine… Parto dalla fine e vado a ritroso! Del resto mi piace andare controcorrente!

Taglio il traguardo insieme all’impareggiabile Simone, mio vero sostegno per 42 km e 195 metri, mentre il mio sguardo incredulo è inchiodato al timer che, inspiegabilmente, segna solamente 4 ore e 13 minuti. Ringrazio i miei piedi e le mie gambe che, anche questa volta, non mi hanno tradita neanche un secondo.

Un rewind di pochi metri mi porta ad avere di fronte il mitico Bomber Salatino che, filmando il mio arrivo e correndomi di fianco, mi incita come un ossesso a chiudere la gara. Pochi metri prima un altro folle atleta, detto “il Calabrese” (e non ne capisco proprio il motivo, vista la tipica cadenza piemontese!) invade il percorso di gara per consegnarmi in regalo una maglietta… una delle sorprese più straordinarie di sempre!

Non so come ma i cartelli che segnano le distanze hanno due cifre e cominciano per 4. La strada scivola sotto i piedi. La voce di Fabio giunge inaspettata a sostenermi “Vai Sara non ti fermare”… è dalla partenza che lo cerco tra la folla!

I cartelli ora iniziano per 3, i ristori producono lo stesso effetto delle oasi nei deserti. Simone per non farsi mancare nulla risponde all’unico telefono che squilla tra tutti i partecipanti “No, non mi disturba affatto”. No comment.


I cartelli adesso hanno il 2 davanti: mi fa compagnia anche un altro angelo custode, Lillo (“angelo” perché, a sopportarmi dalle 5.30 del mattino, ci vuole una certa dose di santità!) Simone intanto detta i tempi, si racconta, fa divertire e si diverte. I numeri si fanno sempre più bassi, i passaggi sempre più stretti, la gente sempre più vicina. Simone dichiara; “Vai, ne mancano solo 41!”… il che suona come una condanna!

   

 

 

 

 

 

 


E si arriva alla partenza. Compressi tra 3000 persone, con il cuore che batte all’impazzata e una tensione infinita e persistente addosso. Quella tensione che ti blocca le gambe e il respiro ma che, allo stesso tempo, ti dà la spinta per iniziare.


Ma io voglio tornare ancora più indietro rispetto allo “start”. Arrivo fino al momento in cui mi sono detta: “io DEVO correre una maratona” spinta da una motivazione, tutta mia, ma che è la stessa identica scintilla che si accende per chiunque altro decida di fare un passo del genere… quel primo semplice passo dal quale non si torna indietro e che, senza sapere bene come, ti conduce all’indimenticabile traguardo che si trova all’inizio di questo racconto.

Sara

P.S. Io non so cosa ho fatto per meritare di incontrare “Novara che corre”. Ma non voglio neanche chiedermelo. Voglio solo pensare che è capitato. E quando capita di incontrare un gruppo folle e geniale, capace di metterti le ali ai piedi e di spingerti per 42 km come solo il vento a favore sa fare… allora capisci di aver trovato la magia laddove non immaginavi potesse esistere, e che questa fortuna va condivisa, coltivata… e ringraziata: e allora GRAZIE a tutti, sia per aver tagliato il traguardo con me e sia perché, senza di voi, quel traguardo non sarebbe mai arrivato.