Rimini, 25-26 Aprile 2015
Eccomi! Dopo aver pubblicato i racconti di tante “prime maratone” dei miei compagni di squadra finalmente posso raccontare la mia!
Difficile mettere in ordine tutti i ricordi, tutte le emozioni… ci provo
Che sarebbe stato un weekend emotivamente “carico” lo capisco già sabato nel primo pomeriggio all’expo ritirando il pacco gara: osservando il pettorale avverto il primo nodo in gola. “Questo non me l’aspettavo” penso con gli occhi lucidi… Osservo a lungo anche quel rettilineo che porta all’arco di Augusto, quegli ultimi fatidici 195mt che l’indomani vedrò dopo aver perCorso 42km. Li vedrò, ne sono sicuro! Mi fisso questa immagine bene in mente.
Pomeriggio e sera passano veloci tra expo, aperitivo e cena. Con gli amici di Novara Che Corre (siamo più di 20 a Rimini!) come sempre ci si diverte, non sto a ripeterlo. Tutti a turno mi chiedono (come agli altri esordienti) come mi sento. Sono carico, non vedo l’ora che arrivino le 9:00!
Come da copione mi addormento in fretta. E come da copione mi sveglio prestissimo (4:40) senza più riuscire a prendere sonno. Vabbè sono - ahimè- abituato..
Colazione in gruppo in hotel e finalmente ci incamminiamo verso lo start.
In griglia le ultime battute e la benedizione di rito di Simone e Lillo, i due Senatori presenti (ma anche Lo Squero c’è, anche se a distanza.. mi ha incitato e caricato fino all’ultimo!).
Finalmente il via! Finalmente ne faccio parte anch’io! Altro nodo in gola al pensiero..
I primi km passano in fretta, sul lungomare fino a Igea (15km circa) è una festa continua tra musica, gente che urla, cori etc.. Sfoltito il gruppo con me rimangono Angela, Giorgio e Lillo. Ci affianchiamo a un gruppo di ‘spingitori’ (altro tonfo al cuore vedere le persone che non possono correre sulle loro gambe e sono in carrozzina..) e facciamo diversi chilometri con loro. Sono accompagnati da uno stereo, quando sento suonare Vasco correndo in MARATONA ho letteralmente la pelle d’oca!
Dopo il 15’km salutiamo il mare per dirigerci verso l’entroterra. Fuori dal centro abitato compare il sole ed è subito caldo.. caldissimo.. Le urla degli spettatori sono lontane, qui è decisamente tutto più silenzioso. Ed è qui che comincia a capitare quello che non era previsto. Di colpo mi sento affaticato. Non me l’aspettavo, non così presto (18-19km.. quante volte ho corso queste distanze..). Più tardi scoprirò che anche altri, anche più esperti di me, hanno sofferto in quel tratto. Due parole con Lillo per commentare il caldo e attesa spasmodica per il successivo ristoro. Quanto sono lunghi quei 100mt. che lo precedono!
Al ristoro del 20’km passo forse il momento più brutto. Mi sento assetato, disidratato. Bevo. Riparto. Dopo 50 metri penso che dovevo bere di più. Torno indietro (!). Mi rendo conto di essere poco lucido (se ne accorge anche Giorgio, me lo confesserà dopo l’arrivo). Immergo il cappellino nell’acqua per rinfrescarmi la testa e via.
Ora inizia la lotta coi miei demoni, devo riuscire a non pensare che dovrò gestire questa difficoltà per oltre metà gara. Altro nodo in gola, ma questa volta non è per la gioia. Decido di non strozzarlo, lascio andare qualche singhiozzo. Istintivamente aumento leggermente per staccarmi dai miei compagni. Non devono accorgersene, non devono vedermi. Ma subito intuisco che non è così, l’hanno capito.. però mi lasciano affrontare quel momento da solo, tenendomi d’occhio a distanza. Angela mi affianca per chiedermi come sto, le rispondo ‘ok’ con un cenno (bugia immensa) e continuo. Dopo lo sfogo riparto meglio di prima per qualche km, almeno così mi sembra.
All’avvicinarsi del 25’km ripartendo da una breve sosta (bisogni fisiologici) vedo poco più avanti Angela fuori dalla strada, che si tiene lo stomaco, piegata. Non sta bene, è evidente. C’è Giorgio con lei che mi fa un cenno. Scatto (!) per raggiungerla, sono preoccupato per lei. E poi “Se molla lei sono perso” penso un po’ egoisticamente.. Lei mi risponde che non ha digerito qualcosa del ristoro precedente. Me lo dice ridendo e la preoccupazione sparisce, almeno in parte. Ripartiamo insieme dopo il ristoro che ci aspettava dietro l’angolo.
Da qui in avanti proseguiamo più lentamente. Giorgio e Lillo pazientemente attendono me ed Angela, dandoci consigli e cercando di distrarci dalle difficoltà. Io ogni tanto gioco ad ascoltare le sensazioni dal mio corpo, ma mi rendo conto che è meglio se penso ad altro. “Mai provato una cosa simile alle gambe” confido a Lillo attorno al 35’, lui sorride dicendo che sa bene cosa sto provando.
Altra piccola crisi di stomaco di Angela, questa volta ci sono io con lei e l’aspetto. Siamo alle porte di Rimini finalmente.
Due – tre chilometri dopo riconosco sulle maglie di 2 runners il nome di una società di Roma di cui fa parte un amico di vecchia data che ora vive nella capitale. Scambio due battute con loro, lo conoscono, tutto aiuta a staccare la testa dalla fatica.
Ma ormai è fatta, devo solo sopportare i dolori ai piedi (scarpe?) e non mollare. Ma lo so che non mollerò, in fondo l’ho sempre saputo. Tornano in mente i messaggi e le telefonate dello Squeo che non è qui anche se avrebbe voluto essere presente. Ed ecco che mi torna in mente l’immagine del rettilineo finale che avevo osservato il giorno prima!
Poco dopo, nuovamente in mezzo alle urla della gente, finalmente quell’immagine è reale. Un lungo rettilineo e là in fondo l’arco d’Augusto! Lo mostro ad Angela..siamo arrivati! Ci permettiamo anche il lusso di metterci in posa per un fotografo. “Tutte scuse per fermarsi” dice un vigile urbano. “Vieni a farli tu QUARANTADUE chilometri!” penso io….
Negli ultimi metri finalmente voci e volti noti ad incitarci, a spingerci fino all’arrivo: i nostri compagni, i nostri amici!
Dopo il traguardo, tagliato ovviamente con Angela, con la medaglia al collo posso finalmente lasciarmi andare ad un pianto liberatorio, incontrollato. Abbracciando Angela e ringraziando Giorgio e Lillo che festeggiano con noi.. posso solo immaginare la fatica a fare tutto il percorso ad un passo inferiore al loro pur di stare con noi. Grandi!!!
Il cronometro oggi più che mai non conta nulla.. Chi mi conosce bene sa che per me la vera sfida non era con le mie gambe ma con le mie paure, quindi lasciatemelo dire… HO VINTO! E le difficoltà impreviste incontrate lungo il percorso danno dentro me ancora più valore a questo traguardo, impensabile solo 2 anni fa.
Inutile dire che i “MAI PIU’!” singhiozzati negli ultimi 10km sono spariti la mattina seguente. Anzi forse ancora prima.. già poche ore dopo l’arrivo, bevendo ‘la birra più buona di sempre, quella bevuta dopo una maratona’ (cit.)
Davide