Roma 22 marzo 2015
Fin dai primi momenti in cui ho pensato di potervi partecipare, mi ha sempre trasmesso un certo timore, un po’ come tutte quelle cose che fino a quando non le fai non le riesci a provare. Forse in questo senso la prima Maratona può essere paragonata al primo giorno di scuola o al primo bacio: momenti memorabili che possono riservare esperienze uniche o delusioni enormi. Nel mio caso mi ha regalato sensazioni stupende e indimenticabili, che avranno sempre un posto importante nel mio cuore.
La mia partecipazione è stata in dubbio fino agli ultimi giorni, inizialmente a causa di uno stop di 2 mesi per un infortunio al ginocchio e poi per una forte influenza la settimana prima. In tutto ciò, quello che mi tranquillizza è il fatto che negli allenamenti ho seguito alla lettera i consigli si Simone.
Sabato 21 marzo 2015 ore 7.45 ritrovo in stazione a Novara con gli atleti di Novara Che Corre. Dopo una colazione veloce partiamo per Milano dove incontriamo gli altri componenti del Gruppo e si parte per la Capitale.
Il viaggio passa molto in fretta tra battute e risate. Arrivati a Roma facciamo sosta in albergo per depositare i bagagli e ci dirigiamo subito al Marathon Village per il ritiro del pettorale. Dopo un pranzo veloce, siamo in coda per entrare. Arrivati in prossimità della scalinata si vede un cartello con scritto “ingresso per i maratoneti”. Il varcare quella soglia è stato il primo passo per la conquista di quel titolo tanto ambito. Da lì ho iniziato a realizzare dove ero e cosa mi aspettava...
Entrati c’era il nostro Presidente ad attenderci. Ritirato il pettorale, fatto un giro tra i vari stand, rientriamo in albergo per una doccia e poi cena. La serata è molto piacevole, si mangia, si scherza, si ride ed io mi sento davvero onorato di essere seduto a questo tavolo e di far parte di questo Gruppo straordinario. Usciti dal ristorante decidiamo di tornare in albergo a piedi e camminando per le via di Roma incomincio a immaginare la giornata di domani…
Arrivato in stanza preparo accuratamente l’abbigliamento e il necessario per la gara, si scherza un po’ e poi si va a dormire, per chi riuscirà a farlo… la tensione è tanta e la mente non fa altro che pensare e pensare…
Arrivano le 6.00 ed è ora di alzarsi. La prima cosa che faccio è guardare fuori dalla finestra e purtroppo le previsioni erano corrette... piove!!! Ma ciò non ci spaventa. Facciamo colazione, ci prepariamo e ci dirigiamo verso la metro con destinazione il Circo Massimo, da dove tutto avrà inizio. Usciti dalla metro lo spettacolo è unico, ci sono runner ovunque, il flusso di gente è enorme.
Lasciamo gli zaini al deposito borse e ci dirigiamo verso le griglie di partenza. L’ora dello start è sempre più vicina e la tensione sale. In griglia, come consuetudine di Novara Che Corre, viene celebrato il rito della “benedizione degli esordienti”, questa volta un po’ diverso rispetto al solito per la presenza dei veterani Lillo e Squeo. Così, uno per volta ci inginocchiamo davanti i 3 senatori, Lillo e Squeo ci assolvono i peccati e il Presidente ci da la sua benedizione. Questo rito mette un po’ da parte la mia tensione e mi da la forza e la carica per affrontare la gara, con l’unico obiettivo di tagliare il traguardo.
Finalmente è arrivato il momento… iniziamo a muoverci e dopo qualche minuto passiamo sotto la start line. Partiamo tutti insieme e dopo un po’ con Sara e Gully ci stacchiamo dagli altri. Correre per le vie di Roma è davvero meraviglioso, il percorso regala scorci stupendi. Al km 18 arriviamo il via della Conciliazione, emozionante vedersi avvicinare la Basilica di San Pietro con tante persone che applaudono. Il percorso continua con dei saliscendi, si passa la Mezza e i km passano veloci.
Intorno al km 35 inizio ad avvertire la stanchezza nelle gambe e mostro il primo segno di cedimento, perdo di vista l’obiettivo, in mente riaffiorano solo pensieri negativi… inizio ad avere paura di non arrivare al traguardo e di conseguenza reagisco rallentando il passo. Fortunatamente con me ci sono ancora Gully e Sara, che si accorgono della mia crisi e trovano le giuste parole per svegliarmi e rimettermi in riga. Al km 36 entriamo in Piazza Navona, impressionante il boato che accoglie gli atleti, i bambini ti danno il cinque, le persone ti chiamano leggendo il nome sul pettorale, è tutto così stupendo… ancora mi viene la pelle d’oca al solo pensiero. Lo stesso spettacolo continua in via del Corso.
Al km 38 Gully ha problemi con i crampi, Sara resta con lui ed entrambi mi invitano ad andare, così faccio gli ultimi km da solo. Ormai manca poco, sono al km 40 e come dice qualcuno, la Maratona è chiusa, mancano solo i 2 km della gloria e i 195 metri per la medaglia. Le gambe sono sempre più stanche, ma la voglia di arrivare è così tanta, che tutto il resto non conta. Per farmi forza inizio a pensare alle imprese del grande Simone Leo raccontate durante gli allenamenti e altre gare e intanto inizio a vedere l’Altare della Patria e subito dopo l’arrivo… ce l’ho fatta!!!
Superata la finish line rimango fermo incredulo su quanto accaduto, le sensazioni che affollano la mente sono tante e variegate, ma una più bella dell’altra. Non mi importa del tempo, della fatica, ma è bellissima la sensazione di aver fatto qualcosa di grande.
Per questa indimenticabile esperienza volevo ringraziare tutto il team, in particolare:
- Simone per la sua immensa disponibilità, per i suoi preziosi consigli e per avermi dato fiducia (soprattutto dopo l’infortunio) quando in tanti mi dicevano che non sarei stato in grado di correre una Maratona. Senza tutto ciò non penso sarei arrivato al traguardo… grazie per avermi riportato “nel mondo dei vivi”.
- I miei compagni di stanza (Gully, Spike e il Bomber) che con le loro battute hanno celato la tensione pre gara.
- Sara per avermi fatto compagnia fino al km 38 e motivato quando ne ho avuto bisogno.
- Infine, ultimo ma non certo per importanza, Gully, amico da una vita, che nell’unico momento di cedimento ha saputo rimettermi in riga, ma soprattutto per avermi fatto conoscere questo mondo e Novara Che Corre, ormai come una famiglia per me.
Davvero grazie, senza di voi non sarei stato in grado di realizzare questo mio sogno.
Giuseppe (Lazzaro, Virdis)