"In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra ci massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire."
Any Given Sunday
Le parole di AL PACINO calzano proprio a pennello, è proprio la sensazione che ho provato a Roma e in generale in questi mesi di allenamento.
La maratona non è certo una delle cose che più mi piace, non è un segreto. Sono convinto che sia una questione di predisposizione fisica e atteggiamento mentale.
Fatta eccezione per New York (un sogno), le mie precedenti esperienze sui 42km, erano state caratterizzate dalla sofferenza.
La maratona per me, volontariamente o involontariamente, è sempre stata un lento calvario. Tanto che avevo deciso di lasciar perdere.
Quest'anno era ora di "espiare i miei peccati" e di riprovare il calvario.
Ogni volta dolori e fatica avevano annebbiato pensieri ed emozioni.
Roma è rimasta comunque un forte desiderio, mi ripetevo che prima o poi l'avrei fatta. Quest'anno il gruppo ha deciso di partecipare e ho capito che poteva essere l'occasione giusta per togliermi questo sfizio.
Alla partenza ho dichiarato subito che probabilmente mi sarei isolato dopo pochi km, la solitudine infatti è sempre stata una costante delle mie maratone, dovevo stare concentrato, dovevo sentire il mio corpo. Dovevo soffrire solo per i miei dolori muscolari e per i demoni mentali che riaffiorano ogni volta che la crisi sopraggiunge. Ogni volta infatti è una dura battaglia con il ciccione che ancora è dentro di me. Ogni volta mi sento ancora nell'ora di ginnastica alle medie quando la professoressa mi urlava "CORRI PAGNOTTELLA!!" Sì! Mi chiamava pagnottella! E allora oggi quando corro lotto ancora con quello stato mentale, contro quel l'etichetta, che mi dice nell'orecchio "FERMATI! TANTO NON CE LA FAI! CICCIONE!"
Ma sta volta NO! È stato diverso! Sono partito lento ma fiero, ho affrontato i primi venti km senza nemmeno sentirli. Quanto la maratona si è fatta dura, avevo con me QUATTRO PILLOLE ANTIDOLORIFICHE!
LILLO, GIORGIO, STEFANO VADA e IL GRANDE STEFANONE CIMINO! Arrivare al 38esimo e non sentire fatica non ha prezzo!
Per la prima volta da quando corro, ad aspettarmi all'arrivo c'era anche la mia famiglia. Praticamente un enorme "bibitone" energetico.
Senza neanche accorgermene mi sono trovato in via dei Fori Imperiali, e per la prima volta ho tagliato il traguardo con la grinta del primo km!
Una maratona perfetta! Sto già pensando alla prossima!
http://youtu.be/X3kSC9aIefU
Andrea Squeo