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26/03/2015 - La prima Maratona di Giulio!

 

 

Roma 21 marzo 2015. Sono in stanza con Giorgio Lillo e Valentino, abbiamo appena spento le luci ed io so già che dormirò poco. Un po’ perché mi succede sempre quando cambio letto e un po’ per la tensione che sta inevitabilmente aumentando per la sfida di domani. Domani correrò per la prima volta la Maratona, la distanza Regina. Mille dubbi e pensieri iniziano a venirmi in mente. Mi sarò preparato bene? Certo che sei preparato hai seguito tutti i consigli, hai chiesto a Simone come prepararti vedrai che ce la farai! E se dovessi avere un crampo o stare male? Non dire stupidaggini non starai male e finirà tutto liscio e se anche dovessi stare male ci penserà Simone, tu al minimo sentore che qualcosa non va diglielo e segui le sue istruzioni. Peccato che piova, col sole sarebbe stato meglio! Eh certo però il tempo è questo e 42 km sono, sia col sole che con la pioggia. Se volevi stare all’asciutto potevi iscriverti in palestra! Ora basta pippe mentali, dormi! Che domani la gloria ti attende! Naturalmente non ho chiuso occhio.

 

Credo che il fascino di questa gara non sia soltanto l’indubbia difficoltà nel finirla ma anche la Storia che si porta dietro, da Filippide ad Abebe Bikila a Baldini. Inoltre nella corsa non si può barare sei solo tu le tue gambe e la strada, non ci sono scuse e alibi, non c’è l’arbitro, non c’è il compagno di squadra che sbaglia, non hai la scia del ciclista davanti. Per il mio battesimo ho scelto Roma perché volevo fare le cose in grande. Quale posto migliore se non la Capitale?


L’appuntamento il sabato mattina era in stazione a Novara, caffè veloce come da tradizione Novara che Corre e poi via direzione Milano, dove si sarebbero uniti anche Anna e Walter. Il viaggio è passato veloce e in allegria, a Firenze si è aggiunto anche il presidente Simone, così il gruppo era al completo. Arrivati a Roma subito in albergo a lasciare le borse e poi veloci al Marathon Village all’Eur per ritiro dei pettorali, dove finalmente si respirava l’atmosfera della maratona. Incontriamo il Re, Giorgio Calcaterra, disponibile per fare la foto di gruppo. Rientro in hotel per una doccia e un po’ di relax e poi a cena: tonnarelli cacio e pepe! Buonissimi. Finita la cena decidiamo di ritornare in hotel a piedi per fare una passeggiata serale per Roma, come antipasto dei 42 km del giorno dopo.


La sveglia per il grande giorno è alle 6, colazione, vestizione e via in metropolitana direzione Circo Massimo. Le strade di Roma sono già piene di runners con scarpe colorate che sfidano la pioggia e il freddo impacchettati nei sacchi di plastica. Per entrare nelle gabbie di partenza si deve passare sotto il Colosseo, che con la sua imponenza ci sovrasta e ci protegge. L’elicottero della tv ci sorvola a bassa quota, questo per me è il segnale che finalmente ci siamo, sono dentro, stavolta ci sono anch’io dall’altra parte dello schermo, non sono più uno spettatore. La tensione sale. In griglia di partenza avviene il tradizionale rito d’iniziazione per gli esordienti da parte della triade di Novara che Corre. Lo Squero mi assolve dai peccati, il Presidente mi fa inginocchiare e con la mano sulla testa mi benedice, Lillo mi abbraccia: che il dio di Maratona mi protegga e mi assista. Transitiamo sulla linea di partenza con circa nove minuti di ritardo dallo sparo: getto via il sacco di plastica, e con esso tutta la tensione, finalmente si corre e me la devo godere tutta.

 

Correre a Roma è fantastico si corre letteralmente nella Storia e nell’Arte. Dalla Roma Imperiale, giri un angolo e ti trovi catapultato in pieno Barocco con le fontane e gli edifici di Bernini e Borromini, cambi strada e sei in pieno Rinascimento. Che città, davvero unica al mondo. Quando vedo i bambini che vogliono dare il cinque non me li lascio scappare, mi caricano un casino. Che bello correre insieme a tutte queste persone che parlano lingue diverse e vengono da chissà dove, tutte accumunate da un'unica passione.  Avevo letto, non so più dove, che la maratona è uno degli eventi di tutta la storia dell’umanità, escluse le guerre, in cui un numero così elevato di persone fanno la stessa cosa contemporaneamente. Non so se è vero però mi piace l’idea. I chilometri scorrono veloci, io sono nel gruppo con Anna Walter Fabio Valentino e Simone. Ogni tanto dal pubblico si sente un “daje Giulio daje nun mollà!” oppure un “go go Giulio!”. Che bello!


Uno dei momenti più belli quando giro in via della Conciliazione: sbam! La facciata di San Pietro e il cupolone di Michelangelo si presentano là sullo sfondo, in tutto il loro candore bianco: si può essere credenti o no ma è indiscutibile che in quella piazza c’è qualcosa di particolare. Si passa in scioltezza la mezza e ci dirigiamo verso il villaggio Olimpico di Roma 1960. La pioggia è calata e poi smetterà. Arriva il km 30, so che ora inizia la vera sfida, nei lunghi che ho fatto ho sempre sofferto. E infatti sento un leggero fastidio alla gamba, Simone mi dice di bere molto ai ristori per evitare i crampi. Lungotevere e rientro nella parte storica: Piazza Navona, via del Corso e Piazza del Popolo, tutto tra due ali di folla festanti. Passo al km 40, di testa ci sono ancora, cosa non scontata visto l’ultimo lungo fatto a Novara, le gambe invece iniziano a presentare il conto. Simone cerca di dividersi tra me ed Anna, Walter ha accelerato ed è più avanti. Si passa a Piazza di Spagna, barcaccia del Bernini e scalinata di Trinità dei Monti, in fondo vedo il tunnel Umberto I che passa sotto il Quirinale, so che da lì in poi la strada è tutta in discesa. Ormai ce l’ho fatta, sento la vittoria a portata di mano. L’ultimo ristoro è dentro il tunnel. Lo faccio tutto camminando, seppur velocemente, perché le gambe me lo chiedono, ma avrei comunque rallentato alla fine, questo lo avevo già deciso a tavolino nei giorni precedenti. Lascio andare avanti tutti, l’ultimo km lo voglio fare da solo, deve essere il mio momento e me lo voglio godere tutto. La strada scende ripida verso Piazza Venezia, di Fronte l’Altare della Patria e a sinistra il traguardo. Gli ultimi 10 metri li faccio camminando a braccia alzate per godermi il più possibile il momento. Taglio il traguardo. Ho vinto! Fino a pochi mesi fa non l’avrei mai detto. Mi ricongiungo con gli altri e ricevo al collo direttamente da Simone la medaglia da finisher. Ce l’ho fatta! Ho corso per 42 chilometri e 195 metri.

 

Un weekend intenso ma pieno di soddisfazioni, con un’ottima compagnia. Siamo proprio un bel gruppo! Volevo ringraziare tutti miei compagni di avventura, in particolare: Simone che mi ha seguito e guidato per tutta la gara e istruito nei mesi precedenti, i miei compagni di stanza Lillo, Valentino e Giorgio sempre pronti per dare gli ultimi consigli, Sara e Gully, loro non lo sanno ma è anche grazie a loro, dopo un allenamento di gruppo, che mi sono convinto a fare Roma, e lo Squero, purtroppo a Roma ci siamo visti poco perché lui era con la famiglia, ma è grazie a lui che ho conosciuto questi pazzi di Novara che Corre.

 

Giulio “Grissinbon”


 

Novara Che Corre con "Re" Giorgio Calcaterra

Il gruppo di Novara Che Corre con "Re" Giorgio Calcaterra